Rossella

« Older   Newer »
  Share  
Gre 813
icon1  view post Posted on 28/2/2010, 15:35




Partirà in autunno la fiction “Rossella”. La fiction, divisa in sette puntate dirette da Gianni Lepre, avrà come tema la vita delle donne di Genova dello scorso secolo. La protagonista, Rossella Andrei, una giovane che romperà gli indugi per diventare medico, sarà interpretata da Gabriella Pession.
L’idea è stata così spiegata da Sergio Silva:

L’ idea è stata quella di accompagnare la crescita del ruolo femminile in ambito sociale per raccontarne la graduale ma inarrestabile evoluzione. Oggi, le donne sono determinate e affermate, ma questa condizione ha poco più di una sessantina di anni. Qual era, dunque, la realtà femminile appena un secolo fa? Sembra lontana nel tempo, perfino stravagante. Ma se si considera che le donne in Italia hanno conquistato il voto solo alla fine della Seconda guerra mondiale, bisogna ammettere che in un lasso temporale piuttosto breve hanno compiuto passi giganteschi.

Tra i progetti dell’attrice il film tv
su una donna che attraversa
la storia del Novecento

Gabriella Pession potrebbe avercela fatta. Non più solo una ragazza dalla faccetta dispettosa perfetta per la nostra tv, ma un’attrice di cinema su cui costruire progetti. La Cattleya di Tozzi e compagni l’ha messa sotto contratto per tre film. Il primo, Oggi sposi di Luca Lucini, con un cast di giovani attori che non finisce mai, lo ha scritto, con Brizzi e Martani, Fabio Bonifacci, quello di Si può fare, uno degli sceneggiatori più quotati del momento. «Sono una soubrettina che ha una crisi di nervi perchè le hanno tolto il prime-time. E’ una storia corale dove si incrociano vicende diversissime. Bonifacci è bravo: mi piacerebbe riuscisse a scrivere dei ruoli appositamente per me. Ci stiamo provando». Non è un atto di presunzione, il suo? «No. Lo desideriamo in tanti, noi giovani attori. Non siamo un gruppo di incazzati che vogliono farsi avanti ad ogni costo, però vorremmo imporre la nostra personalità. Del resto, se ognuno di noi si chiude in se stesso, non troveremo mai lo spazio per andare avanti. Dobbiamo allearci per emergere».

Ex pattinatrice professionista diventata attrice dopo un incidente a una gamba, determinata come solo le sportive sanno esserlo, milanesissima cresciuta tra America e Italia, fidanzata con il napoletano Sergio Assisi con cui debuttò in Ferdinando e Carolina della Wertmuller, Gabriella Pession i suoi passi li muove con molta attenzione. A fine agosto sarà in sala Le tredici rose di Emilio Martinez Lazaro, un film ambientato negli anni della Guerra Civile spagnola, racconto autentico della fucilazione da parte dei franchisti di tredici ragazze colpevoli di essersi occupate di piccoli orfani, aver dato da mangiare a chi non lo aveva, aiutato chi era nel bisogno. «Poca politica, molta solidarietà. Io interpreto Adelina Garcia, la più solare, la più allegra del gruppo, sicurissima come le altre di poter presto esser uscire di prigione. Invece, accusate ingiustamente di una strage di franchisti le ragazze verranno condannate a morte. Solo Carmen, la più piccola, ancora viva e lucida che ha ricordato per loro quell’episodio, verrà risparmiata perchè minorenne». Come si è trovata in Spagna? «E’ stato interessante. Peccato che il film ci abbia messo due anni per trovare un distributore italiano. La scusa era che del franchismo, al nostro pubblico, non interessa niente. Eppure gli italiani in Spagna hanno combattutto, da una parte e dall’altra. Stranezze del nostro paese». Adesso, comunque, il film esce. «Mah. Sono sicura che se l’avessi girato in Francia non avrebbe trovato ostacoli. Come se la cinematografia spagnola non fosse fortissima grazie ad Almodovar e ai suoi colleghi».

Messo da parte Capri, una serie che con Orgoglio le ha regalato popolarità, la Pession, per RaiCinema e RaiFiction, è tornata a lavorare con Lina Wertmuller, verso cui ha un debito di riconoscenza che non può dimenticare. Ha girato con Tommaso Reminghi, Roberto Herlitzka, Luca De Filippo, e di nuovo con Sergio Assisi, Mannaggia la miseria!, un tentativo di esportare a Napoli il microcredito inventato dal premio Nobel indiano Muhammad Yunus. «Lavorare con la Wertmuller è un onore. Sempre. E’ una di quelle persone che sanno vedere le cose da un altro punto di vista: sorprende, fa riflettere, diverte». Che si aspetta da questo film? «E’ una piccola produzione. Probabilmente uscirà solo in tv. Ma girarlo nelle strade di una Martina Franca che finge di essere Napoli è stato un godimento. Peccato che le minacce mafiose della Sacra Corona Unita ci abbiano costretto ad abbandonare velocemente quel set». Alla fine, però, a Napoli il microcredito funzionerà? «Più o meno, anche se la realtà mapoletana è difficile e la Wertmuller lo sa».

A settembre un nuovo lavoro: sei mesi di riprese per una storia d’Italia vista con gli occhi di una donna che vuole emanciparsi. Settant’anni, dalla fine dell’800 al Dopoguerra, su una idea di Sergio Silva portata in scena dal regista Gianni Lepre. Il titolo, che strizza l’occhio a Via col vento, è Rossella, ma dell’eroina di Atlanta lo sceneggiato non ha né il carattere né le avventure. La Pession si entusiasma. Cita Strindberg, Ibsen, Freud, ricorda Una donna di Sibilla Aleramo che in tv ebbe la faccia e la forza di Giuliana De Sio, sa che costerà molto ma spera che i soldi spesi dalla Cattleya si possano trasformare in contenuto storico. E’ sempre così entusiasta, lei? «Di carattere sono una che ama fare le cose e farle bene. Vado di fretta. Forse è per questo che Roma, a volte, mi dà il nervoso e mi manca Milano. Rimandano, si dimenticano, non si scaldano e non si stupiscono mai, i romani. Ci vivo da dieci anni, sento che è la mia città, ma l’efficienza Roma non sa cosa sia». Dopo il pattinaggio e la recitazione, cosa le piace? «Viaggiare. Ma non dopo: prima. Se fossi ricca viaggerei e basta. L’anno scorso, in 500, sono stata in Normandia. Quest’estate me ne sono andata a vedere i fiordi norvegesi con mia madre. Portatemi su un set lontano da tutto e sarò felice».
 
Top
0 replies since 28/2/2010, 15:35   189 views
  Share